Per riprendermi da una brutta
influenza che da giorni mi tiene bloccata in casa – in realtà, per farmi venire
ancora di più il magone – ho deciso di rispolverare i miei ricordi di Ibiza
, di quelli che furono 4 giorni alla scoperta di un’isola che è tutto quello
che TU vuoi che ESSA sia. TU lanci i dadi ed IBIZA muove le pedine della
partita. Nel bel mezzo, una sfilza di Imprevisti, ma anche di Probabilità.
Arriviamo a la Isla la sera della finale degli europei Spagna–Italia, stravinta dagli spagnoli per
4-0. Alloggiamo in un hotel a Platja d’Enbossa – forse la spiaggia più
conosciuta per la presenza di locali come Space,
Bora Bora, DC10 e Ushuaia –
scelto unicamente per il prezzo basso e, tempo di posare le valige, ci
imbattiamo nel caos composto dei festeggiamenti spagnoli. Data la mole di
turisti, albergatori, imprenditori italiani
sull’isola, Ibiza è forse più italiana che spagnola, quindi se il risultato
della partita fosse stato inverso, non oso immaginare il caos scomposto che si sarebbe venuto a creare:
orde di caroselli, pe pe re pere pere e tutta forza, 20 tizi ubriachi che
saltellano in una smart e via dicendo.
Noi siamo su questa isola per
assaporarne i colori, i sapori, i paesaggi e (perché no) anche i ritmi, quindi
ceniamo in un ristorante di tapas adiacente al porto e perlustriamo le viuzze e
i baretti del centro. E’ il nostro primo anniversario di matrimonio e bisogna
cominciare i festeggiamenti con un bel
cocktail alla fragola, di cui non ricordo il nome dato l’elevato tasso alcolico.
I baretti sono colmi di gente
“carichissima”, drag queen, PR che ti invitano alle feste più disparate e
ragazze immagine che ti offrono 7, 8, 10 chupiti per soli 5 Euro. Ci colpiscono
soprattutto i localini nei vicoli e i negozietti piene di cosine artigianali,
il che ci ricorda che siamo qui per gustarci l’isola e non solo per far
baldoria. Pertanto abbandoniamo le offerte di chupiti e narghilè per rincasare
non tardissimo (oddio, le 3 di notte adesso, con una bimba, mi sembrano pesanti
tanto quanto 4 giorni di reive party).
Il giorno dopo partiamo alla volta della
spaggia Ses
Salines e resto stupita nel vedere tanti bambini, tante famiglie godersi
la tintarella assieme a svariati gruppi di ragazzi ancora sonnecchianti. Ecco
una delle tante facce di questa splendida isola di cui vi ho parlato già inquesto post. TU proponi una bella vacanza in famiglia, lontana dal caos delle
discoteche, dell’alcohol e Ibiza risponde con delle soluzioni davvero molto
interessanti. Perlustriamo la spiaggia e scopriamo scenari molto belli e…
Persone davvero buffe!
Nel pomeriggio passiamo per il
borgo San
Josep de sa Talaria, la vita di villaggio esula dallo sfrenato
turismo dei luoghi nei dintorni. Facciamo un giro tra quei negozi d’arredo casa
che tanto amo, per poi andare a gustare un aperitivo nel posto più cool dell’isola:
Il Blue Marlin. Questo è decisamente
un posto fighissimo: situato il Cala Jondal, il Blue Marlin è lontano dal
caos di locali come il Bora Bora dove ci trovi ragazzini impazziti saltellare
sui tavoli. E’ un lido, sushi bar, ristorare, dove suonano i DJ più famosi del
mondo, dove un lettino matrimoniale costa 100 Euro al giorno (però ti regalano
la bottiglia di Moet… Ah cett cett!) e dove c’è lo yacht dei fratelli Cannavaro
o di Briatore attraccato. E’ frequentato da gente adulta, da famiglie e da
modelle con vestiti svolazzanti in Sangallo bianco, che io una pezza di H&M
di quel colore non me la sapevo mettere per fare la mia figura da sfigata in
bianco? Beh è il nostro anniversario, quindi ci accomodiamo sui divanetti in
pelle bianca e ordiniamo dell’ottimo sushi con tanto di Sangria al vino (oviamente)
bianco… Che bontà!
Sulla strada di casa scopriamo un
delizioso ristorante di Paellas, ci fermiamo per assaggiarne e una e torniamo
per prepararci alla serata: è la volta del Privilege
per il famoso “festone” (perché che fai vai a Ibiza e non vai a una festa?!?!) col
DJ Armin Van Buuren… Ma che roba è? Io non sapevo cosa fosse la musica trance
fino a quel momento, ma la mia House Commerciale resta sempre il top rispetto a sta roba che non è musica, è
prendi-i-timpani-e-buttali-via! Salutiamo Armin e tutti gli esauriti presenti
al Privilege e torniamo in hotel per
far riposare il nostro cervello.
Prima di raccontarvi altro, volevo darvi
una serie di tips sull’isola: per le famiglie è più conveniente e più
tranquillo alloggiare fuori da Platja d’Enbossa e Sant Antoni. Ci sono zone vastissime con spiaggie
meravigliose a Santa Eulalia del Riu e lungo tutta la costa orientale, ma anche
nei dintorni della spiaggia Ses Salinas, che, coi suoi fondali bassi, è
perfetta per i bambini; lì ci sono anche dei villaggi molto attrezzati se amate
la vita in villaggio. Se volete spostarvi, vi conviene noleggiare un’auto come
abbiamo fatto noi. Ibiza è grande, non è Formentera, quindi non si gira facilmente
in motorino; sopratutto di sera tardi sulle varie superstrade che collegano i
vari centri turistici è opportuno girare in auto e prestare sempre attenzione.
La prossima volta di parlerò della
parte alta di Ibiza e di Sant Antoni de Portmany.
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