Ieri vi parlavo delle prime gite fuori
porta dei neonati e di quanto sia importante cominciare con posti più vicini a
casa in modo da abituarli ai vari spostamenti.
Ninni sarà contenta di questa gita
fuori porta, proprio qui, a Cetara, uno dei borghi marinari più belli della
Costiera
Amalfitana.
Quando passeggio tra questi paesini
arroccati non posso fare a meno di pensare di essere una ragazza molto
fortunata. Per alcune persone questi paesaggi sono il sogno di una vita:
giapponesi in vacanza, americani in cerca di location per il loro matrimonio,
tedeschi amanti di week end romantici. Per me, invece, non è il sogno di una
vita, ma la mia quotidianità che si trasforma in sogno, ad un tiro di schioppo da casa mia.
Il sole è tiepido, come solo il
sole di maggio sa esserlo.
Il mare è calmo, rigato dai segni
di qualche vaga imbarcazione o di qualche kiter di passaggio.
La cornice è più suggestiva che
mai; ci lasciamo la bella Salerno e la sempre affollata Vietri alle spalle e
arriviamo alle pendici del monte Falerio dove si apre la splendida insenatura
di Cetara.
C’è un matrimonio nella bella Chiesa di
San Pietro Apostolo, pertanto ci riesce difficile entrare a
visitarla. Proseguiamo verso il mare, dove ci sono intrepidi bagnanti alla
ricerca del raggio di sole smarrito durante l’inverno. Aperitiviamo sul
lungomare, mentre chiediamo suggerimenti su dove andare a pranzare. Ecco
sbucare Caronte, un personaggio locale conosciuto da tutti, che, a bordo della
sua barchetta, ci rifila un paio di nomi. Noi optiamo per il ristorante “Al Convento”
proprio di fronte la chiesa di San
Pietro. Una volta arrivati, ci accomodiamo all’interno – causa terribili
raffiche di vento – e ne apprezziamo la struttura simile all’atrio di un vero e
proprio convento. I piatti forti di
Cetara sono a base di Alici (i famosi spaghetti alla colatura di alici) e di
Tonno, non a caso il nome Cetara deriva
da Cetaria, ossia tonnara, e da Cetari, ossia venditori di pesci grossi, quindi
tonni (wikipedia docet); noi però andiamo su un classico spaghetto alle vongole
e su una frittura di paranza. Che dire, la qualità è davvero ottima, anche il
prezzo è discreto, l’unico neo è che avremmo gradito portate più abbondanti, ma
riconosco che sono finiti i tempi in cui i ristoranti di un certo tipo servono
cibo in quantità industriale! Cary Grant e mia madre si complimentano anche per
la delizia al limone, ordinata in calcio d’angolo, mentre io cambiavo il
pannolino a Ninni, che fino a quel momento era stata intenta a dormire e
gustare l’aria di mare dall’incavo del suo passeggino.
La passeggiata post pranzo al porto
è sempre un piacere. Il vento si è calmato e il colorito dei bagnanti in
spiaggia assume delle tonalità sempre più tendenti all’arancio.
E’ il momento di dirigersi verso
Salerno per gustare un ultimo scorcio di tranquillità a pieni polmoni e un
gelato di serenità che riempie la giornata prima di tornare a casa. Qui ad
attenderci ci saranno le solite faccende, i soliti lavori, la classica routine…
Quel quotidiano che caratterizza ognuno di noi. Il mio è particolarmente bello perché
ha intarsi Cetara, Sorrento, Positano che arricchiscono la calda coperta della
mia vita. Anche adesso non posso fare a meno di pensare che la Campania è una
terra meravigliosa. E che io sono molto fortunata.
Postilla. Fuori piove, io scrivo e
Ninni sonnecchia dolcemente nella sua culletta accompagnata dalle belle melodie
di Italiavirtualtour. Ho scoperto questo sito proprio adesso mentre cercavo
immagini sulla Chiesa di San Pietro Apostolo di Cetara e – guarda un po’? – ho trovato un vero e proprio tour virtuale. Ne
approfitto per segnalarvelo qualora cercaste info su monumenti o chiese sparse
nel nostro Bel Paese.
Alla prossima!
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