Scommetto quello che volete che ogni viaggiatore che si
rispetti ha sognato almeno una volta nella vita di fare un viaggio coast to coast. Un’avventura alla On the Road in compagnia degli amici
fidati Dean e Marylou*, che ti permette di conoscere non solo nuovi posti, nuove
persone, ma soprattutto di avere maggiore consapevolezza di sé stessi. Beh io
non solo l’ho sognato in moltissime occasioni, ho anche realizzato questa
esperienza, ben tre volte!
La prima volta avevo 5 anni, mio padre prese me, mia madre e mio fratello,
ci infilò nella sua Volkswagen Jetta del
1989 e, dalla nostra ridente cittadina alle falde del Vesuvio, ci condusse fino
alla Porta di Brandeburgo. Il suo desiderio era quello di mostrarci i luoghi
della sua infanzia, nella Germania centrale, e il muro di Berlino prima che
venisse abbattuto. Esperienza memorabile! Peccato che avevo solo 5 anni quindi
ricordo ben poco di quel tour (se non fosse per il filmino amatoriale girato da
un amico di papà, qualche foto sfocata di allora e alcune pietre del muro di
Berlino che gelosamente custodisco a casa dei miei).
La seconda volta è stata ancora più figa, un’esperienza alla
Una Notte da Lenoni: io, un van della
Mercedes e la Freeway che collega Los Angeles a Las Vegas e costeggia la famosa Route 66. Cosa vuoi di più dalla vita? Verrebbe
da chiedersi e infatti è così, ma ve ne parlerò in un’altra occasione ;)
La terza volta è stata l’anno scorso: Prendi un meraviglioso
marito, uniscilo alla scenografica Costiera Amalfitana e condisci il tutto con
una 500 dal tettuccio apribile, un pizzico di primavera, sole e profumo di mare.
Fatta questa dovuta premessa, converrete con me che Amalfi batte Las Vegas
facile, giusto?
Avevo progettato questo week end già un paio di mesi prima
quando scoprì per la prima volta quella macchina infernale di Groupon: acquistato un pacchetto super
conveniente di pernottamento+cena in B&B di lusso sorrentino, già mi vedevo
con il foulard al collo alla Grace Kelly, la macchina cabrio, il mio Cary Grent
seduto sul sedile passeggero e la magia della Costiera Amalfitana. Il caso (dicesi
fortuna sfacciata per non dire altro) volle che quel fine settimana di marzo fosse
uno dei più belli, più primaverili degli ultimi decenni (forse secoli!).
Purtroppo non arrivammo troppo presto a Sorrento (a causa degli impegni
lavorativi di Cary Grent e del terribile traffico di Vico Equense), per cui una
volta trovato il B&B sulla parte più altra della Penisola (Punta
Campanella) ci trastullammo un paio d’ore nella SPA, nell’immenso giardino e, scattata
qualche foto, ci preparammo per la cena.
Fu una serata deliziosa perché
conoscemmo due coppie di Napoli, una che aveva l’età dei nostri genitori e
un’altra a noi coetanea. Si parlò di viaggi, di desideri e anche un po’ di
lavoro, ma la parte bella del lavoro, quella che fa sognare. Dopo cena ci
dedicammo completamente alla partita della mia (nostra) squadra del cuore (lo
so che può sembrare banale, scontato ma io da questo punto di vista sono
davvero la più banale delle ragazze che ci tiene a onorare la propria squadra
del cuore presenziando alle partite, anche solo dal divano di casa. E di questo
me ne vanto, tièè).
L’indomani, un sole sfavillante illuminava tutta la flora circostante e rese ancora più appetibili quei fantastici paesaggi costieri, per cui alla buon ora abbassammo il tettuccio della mia topo-mobile e partimmo alla volta della vicina Positano.
Non ci sono parole per esprimere quanto sia bella Positano. Un
susseguirsi di case colorate costruite su vari livelli quasi come fossero
coltivazioni a terrazza, vicoli soleggiati intersecati a stradine all’ombra,
piante di buganvillee e profumo di limoni, negozi sartoriali, lino, cotone e
pizzo san gallo. Per non parlare della moltitudine di palazzi, torri Normanne e
locali adibiti a mostre di artisti contemporanei. Eleganza, freschezza, turismo
smanioso: una sorta di Primavera di Botticelli da toccare con mano.
Oltre agli elementi che ne caratterizzano il colore,
Positano è famosa per la moltitudine di scalini che conducono alla spiaggia
grande, la quale ospita un bel lungomare ricco di ristoranti, negozietti e
sorregge la famosa chiesa della Madonna Assunta.
All’interno delle numerose
ville e dei numerosi palazzi d’epoca sono sorti Hotel e SPA che ne conferiscono
l’immagine ormai consolidata di città di lusso ed eleganza. Stesso dicasi per i
ristoranti: uno scialatiello di mare e una frittura di pesce, a momenti costano
quanto un paio di Jimmy Choo; ma è lo scotto che si paga quando si ha l’opportunità
di mangiare all’aria aperta, tra limoni e buganvillee e uno splendido paesaggio
alle spalle.
Lasciata Positano (quindi lasciati un bel po’ di quattrini
per il parcheggio e il pranzo) partimmo alla volta di Amalfi. Non sostammo
molto perché in questa città io e Cary Grent ci siamo stati già un paio di
volte, quindi sorseggiammo un caffè al volo in piazzetta e ci ricordammo di
quando, l’anno precedente, visitammo il Duomo di Amalfi e le spiaggette dalla
sabbia nera raggiungibili solo via mare (ma questa è un’altra storiella che vi
racconterò prossimamente).
Dopo Amalfi ci sono tanti paesini carini, la maggior
parte apprezzabili soprattutto se raggiunti via mare; passati Maiori e Minori,
di cui riesco solo a ricordare i dolci dei maestri pasticcieri di zona,
raggiungemmo finalmente Vietri. A me piace particolarmente questo posto, perché
è facilmente raggiungibile sia da Cava dè Tirreni, sia da Salerno e perché è
ricco di locali per passare deliziose serate estive. Quindi, sulla strada del
ritorno, un bel caffè a Vietri ci stava tutto. A parte la massiccia quantità di
chiese, a Vietri è possibile visitare negozi e laboratori di ceramica. Vi avevo
già parlato di quanto sia importante il business della ceramica per la Costiera
Amalfitana? No? Beh arrivata a Vietri non potevo dimenticarmene perché lì c’è
proprio un museo della ceramica, grosso grosso, difficile da non vedere. I miei
amici adorano Vietri soprattutto per la movida estiva, per i lidi adibiti a
discoteca e per i numerosi ristoranti gustosi e a portata di mano (tranquilli,
niente Jimmy Choo da queste parti), per cui se vi capita di passare in zona,
fate un fischio che qui qualcuno di mia conoscenza può organizzarvi una bella
seratina.
Di rientro a Salerno prendemmo direttamente la strada di
casa. Era orami sera inoltrata, il tettuccio della topo-mobile chiuso e le
montagne sul nostro orizzonte ci riportarono al tepore della nostra casina.
Cary Grent e Grace Kelly lasciarono il posto ai soliti “noi” e consolidarono
nei nostri animi la convinzione che non bisogna andare tanto lontano per
trovare dei posti da cartolina, dei posti denominati Patrimonio dell’Umanità.
Io lo dico sempre: viviamo in una regione fantastica e di questo ne vado molto
fiera.
* vi prego ditemi che
avete letto Sulla strada di Jaques Kerouac... Se così non fosse,
fatelo subilo!
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