Il sole
oggi è splendente, il clima fantastico ed io ho un diavolo per capello.
Credo che
il tweet di Alessandro Cattelan del giorno scorso sia più che mai azzeccato: “
il vero dramma della mancanza
delle mezze stagioni è che non riesci a mettere i giubbini più belli che hai
nell'armadio”. Sono nervosa
perché non riesco a mettere quella giacca fantastica acquistata, con super
sconto, on-line la scorsa stagione, poiché fa già troppo caldo e fino ad ieri
non ho potuto metterla, poiché faceva troppo freddo. Quando arriverà la
stagione perfetta per questa maledetta giacca?
E’ proprio
vero: se fa freddo ci lamentiamo, se fa caldo ci lamentiamo lo stesso (credo di
aver letto anche questo su twitter).
A volte mi
sento come Marni del telefilm
“Girls”: una troppo perfezionista, troppo rigida che però vive in un mondo diametralmente opposto a questo suo essere. Intendiamoci, non sono una
lagna e non posso lamentarmi proprio di nulla: sono giovane, ho un aspetto
gradevole (almeno così si dice da queste parti), ho un lavoro abbastanza
interessante e a tempo indeterminato (di questi tempi, chi ce l’ha?) e
soprattutto ho accanto la persona migliore del mondo (violini mode-on).
Però mi
incavolo, perchè sono bloccata in un paese approssimativo, dove regna il
“chissenefrega” e dove tutto funziona senza un modello, una legge adeguata,
un’ortodossia. E’ proprio come il clima: adesso dovrebbe essere primavera e
invece siamo quasi in estate! State a vedere che tra un po’ arriva un
acquazzone e ci ritroviamo in inverno. Dove sono finite le regole?
Leggevo QUI e riflettevo su questo aspetto in virtù di quello che sta succedendo nel nostro
paese nelle ultime ore (o forse negli ultimi decenni), ma non voglio iniziare
un dibattito politico, perché io non sono Bruno Vespa (e menomale) e questo non
è Porta a Porta (e menomale anche
questo).
E’
difficile essere così perfezionisti in un paese così imperfetto. L’essere
perfezionista mi caratterizza come le sopracciglia folte a Cara Delevingne, l’inclinazione
alla Torre di Pisa e la “zeppola in
bocca” a Matteo Renzi. Ricordo che già da piccola ero così perché potevo fare
meglio la spaccata, nonostante il mio busto fosse perfettamente perpendicolare
alle mie gambe oppure potevo prendere 30 e lode all’esame, nonostante avessi
preso 30. Riconosco di essere peggio di una suocera a volte.
Sono così
anche a lavoro, in casa, con gli amici: se un amico o un collega fa qualcosa
che non va, io non ci sto a fare spalluccie
e a dire “chissenefrega”.
Sono
precisa quando devo giustificare il
testo in word, quando vado a fare un viaggio e quando devo selezionare le foto
che di esso devo pubblicare su facebook: non sia mai che mischi le foto del
lunedì con quelle del giovedì, quelle della mattina con quelle della sera!
Sono fatta
così con le cose alle quali tengo maggiormente, come scrivere e viaggiare, le
vere passioni della mia vita, per questo le ho sintetizzate in un blog.
Viaggiare
ti permette di vedere come vanno le cose al di là dei tuoi confini e come potrebbero
essere, con un po’ di buona volontà, anche nel tuo paese. Ma non è facile,
perché quando torni ti scontri con la mentalità e fai fatica a essere una voce
in mezzo a tutto quel chiasso.
Ma una cosa
è certa, un paese perfetto non esiste: ogni luogo ha i suoi pro e i suoi contro,
non esiste la città Utopia di Tommaso
Moro e non dobbiamo avere la presunzione che il nostro paese diventi tale. Però
possiamo vivere in un paese migliore, in un paese dove non conta solo che il
clima sia gradevole e i paesaggi incantevoli, ma anche che le infrastrutture
funzionino, che non si vada avanti solo per raccomandazioni e che un parlamentare
non continui a far parlare di sé per il suo entourage
di gnocche rifatte.
In questo
modo il nostro paese sarebbe ancora più bello, anche se avesse solo il 50% dell’architettura,
dell’importanza, della storia, del genio artistico che ha.
Mi piace
molto l’espressione di Marc Jacobs che dice che la vera bellezza sta nelle cose
bizzarre e imperfette.
Noi siamo
sicuramente un popolo bizzarro, ma avremmo bisogno di dare una buona dose di
perfezione alla nostra imperfezione e saremmo perfetti quanto basta.
E’ facile
parlarne, ma agire? Complicato.
Per me è
tutta una questione di mentalità.
E mentre
scrivo leggo dall’ansa che all’interno dei partiti sta succedendo il finimondo.
Altro che
ansa: ANSIA!
Avevo
ragione, nonostante il sole e il fantastico clima, è ancora una giornataccia
per questa Italia: questa primavera, la nostra primavera, stenta proprio ad
arrivare.