Avete notato come sta cambiando The Little Luggage??? Sì, sì, lo so che
non si inizia mai un testo con un urlato del genere, ma io sono troppo
emozionata perché questo blog sta diventando qualcosa di importante e i
followers stanno aumentando continuamente! Addirittura vi sono visualizzazioni
dall’Australia, Stati Uniti e varie parti dell’Europa, per cui proprio in
questi giorni ho ritenuto opportuno dare un’aria più professionale a questo
neonato blog: ho inserito (grazie al mio amico Q.)tutte queste
caselline, link, tags che vedete in giro sulla home page e il risultato non è
niente male! Ma non temete, non sono
diventata seriosa, tantomeno posh
(per dirla all’inglese),il blog è lo stesso, con il funny mood di sempre. E’ un po’ come se mi presentassi ad un colloquio
di lavoro con un tailleur sartoriale, magari consigliato da Enzo Miccio, e
avessi lo shatush fuxia, alla Kelly Osbourne! Ah Ah!
Vi informo anche, ma non posso
ancora svelarvi nulla, che presto su un blog di viaggi famosissimo, usciranno
una serie di articoli firmati dalla sottoscritta (balletto, trenino, piroette e
lancio di coriandoli: che felicità!). Quindi, che dire, sono stra-felice per
cui capirete sicuramente l’incipit urlato.
Ma adesso voglio tornare ai miei
racconti di viaggio che ultimamente ho trascurato a malincuore, dati gli
impegni di cui sopra e quelli di lavoro (il mio, quello ufficiale) e lo farò
raccontandovi la seconda parte del mio viaggio al femminile su Londra.
Il terzo giorno in giro per Londra
fu un continuo girovagare. Iniziammo molto presto – sempre grazie alla mia
faccia da Gatto con gli stivali – e prendemmo un bus che da casa di C.
conduceva direttamente a Camden Town. Dopo aver preso la metro, l’esperienza su bus
a due piani inglese ci stava tutta. Passammo diversi quartieri e spesso beccavamo
mercatini del baratto e dell’usato. C. spiegava che gli inglesi usano allestire
questi mercatini per vendere appunto le loro cose usate, poiché è consuetudine
inglese acquistare cose anche a casaccio e ammassarle in casa. A volte si
arriva al punto che in casa non ci si riesce a vivere, perché l’accozzaglia è
elevatissima, per cui il mercatino dell’usato funge da salvataggio in calcio d’angolo.
In realtà spesso si finisce per barattare i propri oggetti con quelli altrui,
quindi il risultato in casa non cambia molto (quando si dice: vecchie abitudini
dure a morire).
L’attrattiva principale di Camden
sono i mercatini: vestiti, scarpe, borse, accessori, tele, fotografie e oggetti
bizzarri sono lo shopping tout court, poi vi è lo Stables Market (ex ospedale
di cavalli) dedicato all’antiquariato, all’arredamento (in stile shabby,
country, moderno, british…) e una sezione dedicata al cibo proveniente da tutti
i paesi del mondo.
Ma a Camden non si
va solo per spendere: si possono fare giri in barca sul Regent’s Canal, oppure in bici sul lungo-fiume o ancora si può
andare fino al Regent’s Park per
passare una giornata all’aria aperta oppure ascoltare gruppi indie che suonano
nei pressi del Camden Lock.
Noi
ragazze eravamo ovviamente attratte dallo shopping di t-shirt personalizzate,
tele raffiguranti Londra e accessori moda, ma il concerto indie era ci stava
tutto. Gustato un breve fish and chips
ci rimettemo in viaggio alla volta di Tower
Bridge.
Dopo aver fatto mille foto, attraversammo London Bridge e arrivammo alla City.
Eravamo talmente infreddolite che ci chiudemmo per un oretta da Starbucks per gustare the e cioccolata
calda. Lì ci raggiunse un altro amico di C. che ci fece da cicerone fino a Covent Garden, un alto distretto molto
famoso di Londra.
In principio il nome era Convent
Garden poiché la piazza principale fungeva da giardino ad un convento, poi
Enrico VIII (lo ricordate? Il primo Re inglese che divorziò per risposarsi ben
7 volte e ordinò lo scisma della chiesa d’occidente) lo trasformò in un mercato
ortofrutticolo e adesso è un luogo ricco di negozi all’ultimo grido: le griffe
di tutto il mondo hanno un corner in questo pezzo di Londra, c’è l’Apple Store
più grande di tutta la città e tantissimi locali, teatri e artisti di strada.
Anche Covent Garden era piena di luci
natalizie (ancora spente) e un albero addobbato molto grande.
Verso sera salutammo
il nostro cicerone e ci dirigemmo a China
Town, con i suoi mille negozi e incredibili colori, poi a Soho per una cena a un ristorante
giapponese che definire squisito è poco e infine a casa dove ad attenderci c’era
J.,la coinquilina australiana di C., e il film Sex And The City in TV. Credo che non potessimo desiderare una
conclusione migliore per il nostro viaggio al femminile: shopping, serata sushi e Sex and The City. Stra-bello. Il mattino dopo ci svegliammo molto
presto, perché dovevamo prendere l’EasyBus
per Stansted. Pioveva e la cosa ci
riempì di gioia perché durante tutto il nostro soggiorno il tempo fu ottimo,
nonostante le temperature polari e gli stivali da pioggia che avevamo imbarcato
immaginando la nuvoletta di Fantozzi aleggiare sulle nostre teste. Quella sera
stessa a Londra si celebrò la Bonfire
Night, anche conosciuta come Guy
Fawkes Night, festa nella quale vengono accesi migliaia di fuochi d’artificio
e bruciati fantocci che rievocano Guy
Fawkes, il cattolico che fallì l’attentato al Parlamento inglese nel 1605. L’indomani
ad Oxford Circus ci fu l’accensione
delle luci natalizie con mega concerto di Robbie Williams. Ecco, mettete la Bonfire Night e il concertone con tanto
di luci natalizie e capirete il motivo per il quale io e T. eravamo tristi e
non volevamo assolutamente salutare la nostra compagna, anima di viaggio C.
Ma
c’è una cosa che ci tengo a dire. Al di là della meta, dello shopping figo e
dell’aperitivo alla moda, l’ingrediente giusto per un viaggio perfetto è l’amicizia,
quella vera, quella che scopri giorno per giorno, attimo dopo attimo,
preparando il caffè o scegliendo il bus da prendere per arrivare prima alla
meta desiderata. E’ il dialogo, il confronto, la foto scattata con l’angolatura
giusta, la risata non controllata e la smorfia improvvisata.
Il viaggio con gli amici dovrebbe
essere prescritto almeno volta l’anno dal nostro medico di fiducia, perché è la
medicina giusta per la nostra vita.
Che spettacolo! Con questo post ho fatto un tuffo nel passato tornando a circa un anno fa.. Londra <3
RispondiEliminaAnche tu adori Londra? Io ci sono stata 2 volte a distanza di 12 anni! Spero di tornarci presto, stavolta però in tempi brevi... ahahah
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